‘Non sono io, bambina’: Bob c’aveva avvisato già

E insomma, Bob Dylan ha tirato pacco: il 10 dicembre c’ha da fà, raga, mica è uno scansafatiche perdigiorno come noi, o come Baricco* che s’inventa scuole di scrittura creativa per impegnare il suo tempo e guadagnare due spiccioli.

No, lui aveva già l’agenda occupata per quel giorno, dai, mica può venir meno agli altri impegni che ha preso solo per ritirare un  Nobel, suvvia.

Una piccola premessa, essenziale prima di continuare a leggere questo post: amo Bob Dylan, l’ho sempre amato e forse, dopo la sòla tirata agli accademici del Nobel, lo amerò ancora di più. Sì, lo amo perché è un grande artista, certo, ovvio, lo adoro perché alcune sue canzoni mi fanno commuovere fino alle lacrime (se I want you vi lascia indifferenti, ad esempio, o non avete un cuore o non siete mai stati innamorati e in ogni caso mi spiace per voi) ma soprattutto l’ho sempre amato perché è uno stronzo.

Potrei sviscerare qui un elenco infinito e intelligente delle canzoni che l’hanno reso una divinità musicale; potrei analizzarne i testi e mostrarvi il suo talento. Potrei, ma no, non lo farò, andate altrove, il web è pieno di post ed articoli sulla genialità, l’impegno civile di Bob e bla bla bla.

Ma questo blog si fonda sulla superficialità della mie adorabili opinioni (adorabili come la personalità di Dylan: un caso? Non credo) quindi mi limiterò a scrivere i motivi per cui, secondo me, il menestrello è uno degli artisti più affascinati nella storia della musica.

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Bob nella sua tipica espressione simpatica da ‘Io sò io e voi non siete un cazzo

Bob Dylan è l’ultima vera rock star vivente

I social network hanno demitizzato tutte le stars. Senza trucco, senza inganno e persino senza censure (quando i social media manager sono in vacanza o lasciano, malauguratamente, l’account aperto), ormai conosciamo l’intimità dei personaggi famosi, diventati all’improvviso esseri umani come noi.

Niente, non c’è più un alone di mistero ad avvolgerli.

Il caro Bob non ha invece mai deluso, mai.

Ha un account Instagram?

No cari, no.

Ma soprattutto: i divi, oggi, cercano in ogni modo di rendersi simpatici. Fanno grandi sorrisi, rilasciano interviste dove affermano d’amare la normalità, la quotidianità e s’affannano nel risultare cortesi.

Bob no, Bob se ne fotte di risultare simpatico.

Ha per caso duettato con Ligabue * per vendere più dischi e accalappiare quella fettaccia di vasto, vastissimo, pubblico ignorante che l’ascolta?

No, amici, no. Non l’ha fatto.

*Ogni riferimento a Francesco De Gregori è puramente casuale.

Ha iniziato a salutare il pubblico durante i concerti? A suonare dal vivo una canzone esattamente come l’ha incisa sul disco, in modo che possiate riconoscere alle prime note il brano?

Ancora una volta: no.

 

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Con i Ray Ban Wayfare era più figo di chiunque li abbia mai indossati (cioè di tutti, in sostanza)

Continua a vestirsi come 40 anni fa e riesce a non apparire ridicolo.

Sapete perché? Perché anche da giovane non ha mai indossato giacche con lustrini. È coerente con se stesso anche in questo.

Cosa? È un cantautore folk e non un il frontman di una band glam rock?

Vabbè, appunto.

Ok, molti di voi potrebbero ancora controbattere dicendo: “E allora Mick Jagger ? E Bruce Springsteen?”.

Dai raga, fate i seri: l’avete visto il caro Bruce con la sciarpa al collo? È l’immagine di una rockstar o di un uomo che suona in una cover band e ha paura di beccarsi un colpo d’aria?

Meditate gente, meditate.

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Ah, come lo stringe Suze!

Visualizza e non risponde; quando risponde lo fa per comunicarci che è impegnato

E qui c’è il punto fondamentale, è proprio con questo ultimo comportamento che mi ha conquistata definitivamente.

Scusami Bob, non paragonerei mai la tua persona a quei quattro scemi che conosciamo tutti e non rispondono su WhatsApp però, insomma, qualche somiglianza c’è.

“Maleducato e ignorante” l’ha definito un membro dell’Accademia di Svezia, perché non  ha né risposto né ringraziato per diversi giorni dopo l’assegnazione del Nobel e da ieri ho perso il conto di tutti gli “snob, ingrato” che ho letto indirizzati al poro Dylan.

Non è un po’ quello che diciamo tutti quando c’invaghiamo di qualcuno e quel qualcuno ignora i nostri messaggi? Non è così che definiamo chi visualizza e non risponde? Non è così che insultiamo chi ci dà buca perché ha di meglio da fare?

Ecco.

Cari membri dell’Accademia di Svezia, forse avreste dovuto aspettarvi il rifiuto, era ovvio che non sarebbe mai venuto a ritirare il premio: il silenzio di Dylan era stato già abbastanza eloquente. Ma sì, in fondo vi capisco, voi c’avete sperato, come noi speriamo che il sociopatico di turno guarisca e finalmente s’innamori.

Però no, non funziona così, avreste dovuto saperlo che non è lui quello che cerchiamo:

Go melt back into the night, babe,
Everything inside is made of stone.
There’s nothing in here moving
An’ anyway I’m not alone.
You say you’re looking for someone
Who’ll pick you up each time you fall,
To gather flowers constantly
An’ to come each time you call,
A lover for your life an’ nothing more,
But it ain’t me, babe,
No, no, no, it ain’t me, babe,
It ain’t me you’re lookin’ for, babe.

 

*P.s: Alessandro, scherzavo: la scuola Holden è un’ottima scuola. Perdonami Barì, comunque tra rosiconi come noi ci s’intende.